Documento del “Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace” sulla finanza internazionale

 parole chiare e mete precise

In questi giorni è uscito un documento vaticano sulla finanza internazionale la cui eco è arrivata fin sui media televisivi. Riportiamo qui solo la prefazione per non snaturare la funzione delle news ma il documento lo potete trovare in versione integrale sia sul sito del Vaticano il cui link trovate al fondo della news sia nella nostra sezione documentazione utile a cui potete accedere dal link seguente: documentazione utile

Nella attuale situazione di crisi in cui pessimismo ed impotenza sembrano bloccare ogni possibilità di reazione efficace, le parole del documento ci paiono un buon punto di partenza per non cadere in atteggiamenti e prese di posizione solo emotive ed estemporanee.

 


NOTA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE


Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale
nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale

 

Prefazione

«La situazione attuale del mondo esige un’azione d’insieme sulla base di una visione chiara di tutti gli aspetti economici, sociali, culturali e spirituali. Esperta in umanità, la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati, “non ha di mira che un unico scopo: continuare, sotto l’impulso dello Spirito consolatore, la stessa opera del Cristo, venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità, per salvare, non per condannare, per servire, non per essere servito”». (1)

Con queste parole, Paolo VI, nella profetica e sempre attuale Enciclica Populorum progressio del 1967, tracciava in maniera limpida «le traiettorie» dell’intima relazione della Chiesa con il mondo: traiettorie che si intersecano nel valore profondo della dignità dell’uomo e nella ricerca del bene comune, e che pure rendono i popoli responsabili e liberi di agire secondo le proprie più alte aspirazioni.

La crisi economica e finanziaria che sta attraversando il mondo chiama tutti, persone e popoli, ad un profondo discernimento dei principi e dei valori culturali e morali che sono alla base della convivenza sociale. Ma non solo. La crisi impegna gli operatori privati e le autorità pubbliche competenti a livello nazionale, regionale e internazionale ad una seria riflessione sulle cause e sulle soluzioni di natura politica, economica e tecnica.

In tale prospettiva, la crisi, insegna Benedetto XVI, «ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente». (2)

Gli stessi leader del g20, nello Statement adottato a Pittsburgh nel 2009, hanno affermato come «The economic crisis demonstrates the importance of ushering in a new era of sustainable global economic activity grounded in responsibility». (3)

Raccogliendo l’appello del Santo Padre e, al tempo stesso, facendo proprie le preoccupazioni dei popoli — soprattutto di quelli che maggiormente soffrono il prezzo della situazione attuale — il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel rispetto delle competenze delle autorità civili e politiche, intende proporre e condividere la propria riflessione «Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale».

Tale riflessione vuole essere un contributo ai responsabili della terra e a tutti gli uomini di buona volontà; un gesto di responsabilità non solo nei confronti delle generazioni presenti, ma soprattutto di quelle future; affinché non sia mai perduta la speranza di un futuro migliore e la fiducia nella dignità e nella capacità di bene della persona umana.

Ogni singola persona, ogni comunità di persone, è partecipe e responsabile della promozione del bene comune. Fedeli alla loro vocazione di natura etica e religiosa, le comunità di credenti devono per prime interrogarsi sull’adeguatezza dei mezzi di cui la famiglia umana dispone in vista della realizzazione del bene comune mondiale. La Chiesa, per parte sua, è chiamata a stimolare in tutti indistintamente «la volontà di partecipare a quell’ingente sforzo con il quale, nel corso dei secoli, [gli uomini] cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, corrisponde[ndo così] alle intenzioni di Dio». (4)


con questo link potete collegarvi direttamente alla pagina del sito del Vaticano che riporta il documento

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