troppe donne muoiono di parto

 

troppe donne muoiono di parto

 

riportiamo un articolo a firma di Ugo Piccoli pubblicato  sul settimanale cattolico della diocesi di Verona

Ogni anno più di 350mila donne muoiono durante il parto: il 95% in Africa e in Asia.  A questa vera e propria strage si devono aggiungere i 4 milioni di bambini che, secondo un’indagine dell’Unicef, muoiono al momento della nascita o nei primi 28 giorni di vita. In molti Paesi venire al mondo è veramente un bel problema, titolava qualche settimana fa un grande quotidiano nazionale, sottolineando come questa ecatombe divida il mondo in due parti diseguali dal momento che la maggior parte dei decessi avviene nei Paesi cosiddetti in via di sviluppo. Lo stesso rapporto Unicef 2010 ci informa che il 95% della mortalità materna si registra in Africa e in Asia, che la Sierra Leone ha il più alto tasso di partorienti che muoiono e che India e Nigeria insieme registrano ben un terzo delle morti di tutto il mondo. «Per una donna che vive nei Paesi poveri – spiega la direttrice generale dell’Unicef, Ann Veneman – il rischio di morire per complicazioni legate al parto è 300 volte superiore a quello che corre una donna che vive nei Paesi occidentali»! E questo anche in una contingenza storica in cui nel mondo si registra la tendenza ad un calo generale dei casi di mortalità. In molti Paesi invece succede esattamente il contrario: in Zimbabwe. per esempio, la mortalità delle donne è aumentata del 5%, e, secondo stime di Amnesty International, negli stessi Stati Uniti la probabilità di morte delle donne afroamericane al momento del parto è nettamente superiore al resto della popolazione femminile. La morte delle madri avviene sempre tra grandi sofferenze. Mancano strutture e nei luoghi sperduti del continente africano solo le missioni dove esiste un’assistenza sanitaria organizzata dalle suore cattoliche offrono a queste donne una speranza di vita per se stesse e per il bambino che portano in grembo. Molte muoiono in casa, sole, senza alcuna assistenza; altre perdono la vita mentre stanno tentando di raggiungere, spesso a piedi o con mezzi di fortuna, la maternità più vicina che spesso è a giorni di cammino. «Tutte le ricerche – commenta Ano Veneman – ci dicono che l’80% di queste morti potrebbero facilmente essere evitate se le donne avessero accesso ad un sistema sanitario di base garantito». Basterebbe poco, in fondo, a volte per una donna sarebbe sufficiente poter avere una semplice zanzariera o un punto acqua nelle vicinanze dell’ abitazione per evitare le complicazioni sanitarie che la colpiscono nel momento più importante e delicato della propria esistenza. La mortalità infantile è l’altro dramma che coinvolge tutta l’Africa. È una sfida che le popolazioni devono affrontare ogni giorno, in un Continente dove si concentra un settimo della popolazione mondiale, un quarto delle nascite e la metà dei decessi dei bambini al di sotto dei 5 anni. A livello mondiale su 137 milioni di nuovi nati ogni anno, uno su ventidue muore nel primo anno di vita e tra quelli che sopravvivono.uno su 43 muore prima dei 5 anni per malaria o malattie infettive per sconfiggere le quali basterebbe una semplice vaccinazione. La vera malattia è dunque la povertà che la storia recente dimostra non essere certo una fatalità! Basti pensare che in  40 anni la Cina ha abbassato la mortalità infantile fino ad un tasso per raggiungere il quale la Francia ha impiegato almeno 200 anni. Certo, la politica sanitaria dei Paesi poveri devessere  ripensata. L’esempio di abnegazione dei nostri missionari e delle nostre suore può essere un forte incoraggiamento in tal senso, così come il movimento dei  medici dai piedi scalzi che si sono diffusi nelle campagne cinesi. La causa più evidente del ritardo africano nel campo sanitario, anche se molti progressi sono stati fatti, è la mancanza di una politica globale per le vaccinazioni che spesso sono fatte in maniera estemporanea, al di fuori di un piano soprannazionale, legate ai cambiamenti delle priorità dettate dai finanziamenti della comunità internazionale: un anno si fa una cosa e l’ anno dopo se ne fa un’altra, spesso senza una logica di lungo termine. Lo scarso nutrimento della donna è poi un’altra causa importante di complicazioni sanitarie anche per i bambini. Sappiamo tutti che un quarto delle malattie dei bambini sono legate al fatto che moltissime donne in gravidanza non mangiano a sufficienza. E’ questa carenza alimentare e nutritiva la madre di tutti i danni che si registrano presso le popolazioni africane. Malattie oggi scomparse o facilmente curabili in Europa aggrediscono ancora purtroppo in Africa dove la fragilità fisico-alimentare espone le popolazioni, soprattutto le donne, a tutti i rischi.

 

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