Secondo incontro del Corso Missionario Interdiocesano

 

Don Leonardo Giannelli presenta la missione tra gli Aymara della Bolivia

Venerdi 13 maggio 2016, nella sede del Centro Missionario, a partire dalle 19 si è tenuto il secondo incontro del Corso Missionario Interdiocesano a Biella.

Dopo la consueta introduzione conviviale a cui ha partecipato anche il gruppo di giovani volontari biellesi che l’estate prossima saranno ospiti presso la missione di don Leo, il relatore della serata, per un’esperienza formativa importante, il gruppo dei convenuti si è spostato in uno dei saloni del seminario biellese per ascoltare il messaggio di don Leonardo Giannelli, sacerdote fidei donum della diocesi di Gubbio in Bolivia da oltre un decennio insieme ad un altro sacerdote presso la popolazione Aymara della Bolivia che vive attorno al Lago Titicaca.

Don Leonardo, ha introdotto anche la preghiera comunitaria guidando il folto gruppo di partecipanti nell’esecuzione di alcuni canti in uso presso la sua comunità boliviana. Al termine della preghiera don Leo ha presentato un piccolo audiovisivo di pregevole fattura che con immagini e musica ha immerso gli ascoltatori nel mondo degli Aymara dell’altopiano andino al di sopra di La Paz e sulle rive del grande lago Titicaca.

Partendo dal presupposto che la missione presso una popolazione di cultura diversa dalla nostra presuppone nel missionario il lungo ascolto per comprendere e capire, ascolto e comprensione che esclude ogni giudizio e un atteggiamento di amore, don Leo ha cercato di presentare la visione del mondo del popolo aymara nella sua oggettività con pregi, difetti e criticità, ma sempre cercando di far capire questa cultura sopravvissuta in qualche modo alla conquista spagnola ed alla occidentalizzazione dell’America Latina che conserva in qualche modo l’eredità delle popolazioni preincaiche ed alcuni degli elementi costitutivi dell’impero incaico stesso.

 

L’aspetto più distante dal nostro modo di intendere la vita è la percezione comunitaria che queste popolazioni hanno di se stesse, della natura e dello stesso mondo del sacro o del religioso. Don Leo ha però messo in guardia dal comprendere questo da occidentali esausti e stanchi del nostro individualismo. Anche il modo di sentire aymara non è la soluzione di tutti i problemi anche se può per certi versi affascinare un certo sentire occidentale. Più volte ha ripetuto che queste popolazioni vanno amate per quello che sono e non solo non giudicate ma pure non idealizzate. Oltre a numerosi fatti concreti relativi ai vari aspetti della vita come ad esempio la percezione del valore della vita nelle varie età, don Leo ha citato numeri e statistiche che aiutano a non comprendere la realtà boliviana ed in particolare quella delle popolazioni dell’altopiano secondo certi slogan occidentali che semplificano il problema riducendolo a problema ecologico.

Don Leo non ha affrontato la situazione politica attuale boliviana e non ha voluto dare un giudizio sull’esperienza di governo di Evo Morales anche se ne ha sottolineato alcuni aspetti sia nel bene (il riconoscimento della multietnicità della nazione Boliviana ad esempio) che nel male (il non essere estraneo al sistema di corruzione e di esportazione di capitali che caratterizza la quasi totalità della classe dirigente latinoamericana).

Ha fatto vedere a conclusione della serata un secondo audiovisivo dove vengono presentate le realtà comunitarie, sociali, educative, messe in atto nella sua missione per aiutare il tradizionale sentire comunitario degli aymara a maturare alla luce del Vangelo verso forme in grado di resistere alle grandi pressioni a cui sono sottoposte soprattutto le nuove generazioni da parte di una cultura globale materialista che arriva coi suoi meccanismi anche in quelle terre ormai da anni. Trattenere nel "campo" qualche giovane grazie a scelte consapevoli e responsabili frutto ad una maturazione personale che porta a piena consapevolezza quanto le generazioni precedenti hanno fatto per tradizione è un po’ la sintesi del piano missionario che ispira don Leo e la sua comunità nella loro vita nella realtà dell’altipiano. Come in tutto il mondo il problema sono infatti le nuove generazioni facilmente seducibili ad esempio dai facili guadagni che la vita in città sembra offrire. Don Leo cita gli stipendi che la missione è in grado di offrire e che sono sempre frazioni di quanto si può avere in città soprattutto in settori ai margini della legalità. Eppure don Leo può citare persone concrete che hanno fatto questa scelta di consapevolezza e responsabilità in nome sia della parte migliore della tradizione aymara illuminata dalla luce del vangelo che della scelta personale cristiana che libera e dà forza.

 

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